Il caffè dei piccoli miracoli

Eleonore Delacourt, chiamata Nelly sta finendo il dottorato alla Sorbona ed è follemente ma segretamente innamorata del suo professore; da mesi aspetta il momento giusto per dichiarargli il suo amore e la proposta di andare insieme a New York per delle conferenze sul filosofo Virilio sembra essere l'occasione giusta. Peccato che Nelly ha una sola paura folle nella sua vita, ed è quella di volare. Lei semplicemente non vola, l'aereo non lo prende nemmeno da morta.

La conseguenza di questa sua paura la porta a subire delle conseguenze nefaste che permettono alla ragazza sempre razionale e poco impulsiva di decidere di lasciare la sua cara Parigi per un mese ed andare (rigorosamente in treno) nella romantica Venezia.

Finalmente ho riletto qualcosa di Barreau e devo dire che rimane una garanzia! Alcune storie migliori di altre, tra cui questa, ma per ora non mi hanno mai deluso. All'inizio ho sperato che Nelly si mettesse con il bell'americano biondo, quindi quando si scontra con Valentino in piazza San Marco ho pensato...no dai...ora per chi tifo?! Perchè in fondo quando leggiamo una storia d'amore noi donne finiamo sempre per tifare per certe relazioni a discapito di altre! L'intreccio tra le storie di nonna e nipote è molto carino e fortunatamente la nipote fa scelte migliori della nonna, anche se a scusante della nonna il padre non le ha lasciato molta scelta.

La lampade Fortuny poi sono andata persino a cercarle su internet e sono una cosa meravigliosa sul serio! Capisco perchè la protagonista ne è rimasta affascinata, cercatele su google perchè davvero fanno sognare! Mentre non cercate su google il libro "Validità dieci giorni" perchè al contrario delle lampade (che se anche hanno un prezzo stellare sono reperibili) non lo trovate...a quanto pare dopo la sesta edizione del '52 non lo hanno più stampato; quindi ora mi è rimasto l'amaro in bocca perchè non posso leggere il libro su cui si basa buona parte di questa storia! Ma uffa!

A books life dalla mia libreria è tutto, alla prossima recensione