A Books Life

La cattedrale del mare

di framusa

Titolo: La cattedrale del mare

Autore: Ildefonso Falcones

Pagine: 634

Bernat Estranyol è un semplice contadino, che del mondo sa poco e sa ancora meno delle sue ingiustizie, dei suoi sorprusi e delle imposizioni dei ricchi e dei nobili. Avrà modo di conoscerle quando alla morte del padre diventa l’unico erede delle terre di famiglia e con un carattere molto fiero, amorevole e poco domabile incappa nelle ire e pretese del suo signore. Da quel momento la sua vita cambia e gli unici obiettivi di questo ragazzo ormai diventato uomo sono la salvezza del figlio Arnau e la libertà, ottenibile solo dopo un anno di lavoro come cittadino di Barcellona.

In questo romanzo che copre un arco di tempo di 64 anni veniamo calati nella Barcellona del 1300, in esso seguiamo abbastanza passo passo la vita di Bernat e di Arnau. Veniamo coinvolti in quelle che sono le loro vicende, le gioie e le disgrazie, gli amori e le delusioni. Perché il motto di questo romanzo è l’#maiunagioia, ne succedono di qualsiasi tipo e ad ogni capitolo ci troviamo ad affrontare nuovi avvenimenti che nemmeno potevamo immaginare, o meglio...alcuni si immaginano ma si spera sempre che non accadano ai “buoni”. Durante la lettura in pratica sono stata con il fiato sospeso, pronta alla batosta successiva, non mi lasciava un attimo di respiro per abituarmi alla situazione.

L’inizio per me è stato difficoltoso perché mi ricordava molto “I pilastri della terra” di Follet, di conseguenza ci ho messo qualche settimana a ingranare, poi ho finito il libro in una settimana (anche se ammetto che la quarantena ha aiutato)! A mio avviso le somiglianze ci sono ma a livello molto generale, entrambi bei malloppi, entrambi storici, incentrati su figure maschili di basse origini, umili, che si fanno con le loro forze, che hanno dei principi morali saldi e con una cattedrale in costruzione. Quindi ad una prima analisi possono sembrare simili, ma poi nei meandri della trama si differenziano. Mentre nel momento in cui ho intuito l’attrazione tra Mar e Arnau la prima cosa che mi è venuta in mente è la storia tra il conte di Montecristo e Haydée, un po’ una specie di sindrome di Stoccolma diciamo, ma nel contesto molto apprezzata e bella.

Purtroppo i personaggi femminili non ne escono molto bene da questo romanzo, sono figure molto particolari e che, ad eccezione di Mar e Maria (guarda caso sono le uniche due con un nome che richiama la Vergine), ci ritroviamo ad odiare, chi prima e chi poi comunque finiscono per attrarre antipatia e fare il ruolo di antagonisti. A parte Elionor...lei la si odia dalla prima all’ultima apparizione che fa! Beh, forse anche Isabel non la si può proprio vedere! Persino nella sorella di Bernat troviamo un comportamento che ci fa venire il nervoso, lei che è la prima eroina del romanzo...l’unica che gli da fiducia. C’è anche però da dire che nemmeno l’uomo ne esce bene, sono pochi quelli verso i quali manteniamo una costante simpatia...i caratteri sono davvero molto dettagliati e analizzati nelle loro sfaccettature; chi non mi aspettavo cambiasse era Joan..è stato un colpo il suo cambiamento.

Ma penso sia decisamente ora di chiudere questa recensione che è lunghissima; in conclusione il libro mi è piaciuto, non urlo al capolavoro ma è comunque ben scritto, scorrevole e molto bello.

A books life dalla mia libreria è tutto, alla prossima recensione